Endometriosi: come riconoscerla e come curarla

Dolori molto intensi durante il periodo mestruale o nel periodo dell’ovulazione, dolori pelvici cronici, dolori nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica, disbiosi intestinale, siovracrescita batterica intestinale (SIBO) e colon irritabile sono alcuni dei sintomi che caratterizzano questa patologia.

Che tipo di dolore si ha con l’endometriosi?

Il dolore viscerale deriva da organi interni (es. utero, intestino ecc.) ha una scarsa localizzazione e spesso è accompagnato da nausea, apprensione e in alcuni casi il dolore si può trasmettere alla vescica e all’uretra.

In pochissimi casi l’endometriosi, cioè la presenza di lesioni endometriali in posizioni extrauterine risulta essere asintomatica. Questa condizione è stata descritta in letteratura circa 100 anni fa e molto spesso è associata a dolore pelvico, intestinale e infertilità; si tratta di una situazione debilitante che determina ingenti problemi per la vita della paziente.

Prima di entrare in dettaglio è bene chiarire che cos’è l’endometrio: si tratta di una membrana mucosa che riveste tube e canale cervicale. In genere si parla di endometriosi basalis e il functionalis ed è proprio questo che viene riversato durante le mestruazioni e rigenerato in assenza di gravidanza.

Diversi studi hanno dimostrato l’associazione tra endometriosi e malattie autoimmuni della tiroide, ad infertilità (con alta presenza di anticorpi anti perossidasi tiroidea, Anti TPO).

Per comprendere alcuni aspetti di questa patologia vediamo insieme il ruolo che hanno alcuni ormoni femminili: gli estrogeni e il progesterone.

In condizioni di normalità il corpo femminile produce estrogeni, determina la crescita dell’endometrio e gli stessi vengono metabolizzati, detossificati e rilasciati nell’intestino grazie alla bile, per poi essere espulsi attraverso le feci. Quando, invece siamo in presenza di questa patologia, si verifica una alterata produzione di estrogeni e una scarsa eliminazione degli stessi; gli estrogeni, quindi stimolano la produzione di prostaglandine e hanno un ruolo di primo piano sull’infiammazione.

Il progesterone impedisce, dall’ovulazione in poi, la crescita dell’endometrio ma in condizioni di endometriosi c’è una più alta percentuale di estrogeni che predominano e di conseguenza il rivestimento uterino sarà più ispessito causando mestruazioni più abbondanti e dolorose.

Diversi studi hanno poi dimostrato che su un campione di 50 donne con endometriosi ben 40 sono risultate positive alla sovracrescita batterica intestinale, condizione nota come SIBO e che causa i seguenti sintomi:

  • gonfiore;
  • flatulenza;
  • dolore addominale e pelvico;
  • diarrea;
  • costipazione;
  • alvo alterno;
  • affaticamento;
  • eruttazione eccessiva post prandiale;
  • problemi di pelle (acne, rosacea)
  • carenza di ferro, vitamina B12 e vitamina D.

Quali sono gli esami diagnostici per effettuare una diagnosi?

Il primo passo è rivolgersi a uno specialista in ginecologia o un centro specializzato e gli esami per la diagnosi variano a seconda dei casi ma sono visite ginecologiche, esplorazioni rettali, diagnostica per immagini quale la risonanza magnetica, ecografie pelviche transvaginali ed esami del sangue specifici.

Qual è l’approccio nutrizionale che coadiuva le terapie farmacologiche?

In generale si suggerisce di avere un’alimentazione antinfiammatoria ed eliminare zuccheri e carboidrati raffinati che causano picchi glicemici e determinano una condizione di fame continua. Si suggerisce invece di scegliere alimenti integrali e farine provenienti da grani antichi.

Attenzione anche agli alimenti contenenti nichel, in quanto uno studio recente dimostra che una dieta a basso contenuto di nichel migliora la sintomatologia dolorosa; da bandire sono poi la soia, gli alcolici e la caffeina.

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