La psoriasi è una malattia autoimmune a carattere multifattoriale che si scatena in persone geneticamente predisposte in seguito a diversi fattori scatenanti come un evento stressante, una dieta drastica, un lutto, un nuovo lavoro ecc.
Interessa dal 3 al 5% della popolazione e può apparire a qualsiasi età ma l’età di insorgenza sono tra i 20 e i 30 anni e tra i 50 e i 60 anni.
Sono state descritte diverse varianti cliniche della malattia, fra cui la più comune è la psoriasi volgare, poi c’è la psoriasi guttata e la psoriasi pustolosa, inversa e eritrodermica.
Può anche esserci un coinvolgimento delle articolazioni, infatti l’artrite psoriasica colpisce una percentuale tra il 5 e il 30% dei pazienti con malattia cutanea. Nella maggior parte dei casi l’artrite psoriasica appare almeno un decennio dopo la malattia della pelle, invece in alcuni casi i disturbi si verificano simultaneamente e difficilmente l’artropatia precede la malattia cutanea.
Il genere femminile, l’esordio precoce, la predisposizione genetica costituiscono i fattori di rischio più importanti per lo sviluppo dell’artrite psoriasica.
Un tempo la psoriasi e l’artrite psoriasica venivano considerate rispettivamente malattie cutanea e articolare, attualmente invece tali disturbi sono considerati sistemici con uno stato infiammatorio generalizzato e che determina delle specifiche alterazioni metaboliche che riguardano il sistema endocrino, l’intestino e l’apparato cardiovascolare.
Tralasciando la cascata infiammatoria della psoriasi, di fondamentale importanza risultano anche le variazioni del microbioma infatti si ha:
- Disbiosi simile a quelle delle malattie infiammatorie croniche intestinali;
- Aumento del rapporto Firmicutes- Bacteroidetes;
- Minore diversità microbica;
- Riduzione degli actinobacteria;
- Riduzione akkermansia;
Normalmente la barriera intestinale risulta integra ed è in grado di controllare gli antigeni, anche le cellule del sistema immunitario, in condizioni fisiologiche non scatenano la cascata infiammatoria ma la disbiosi intestinale o il glutine stesso causano una produzione inappropriata di zonulina con successiva perdita della funzione di barriera intestinale, aggravato dalle endotossine e da altri fattori che creano un microambiente pro-infiammatorio.
Che fare dunque?
Mai come in questo caso è necessario modulare e cercare di spegnere il processo infiammatorio attraverso l’eliminazione di alcune classi di alimenti:
- Cereali e derivati (glutine, lectine, saponine ecc.);
- Legumi;
- Latte e derivati (caseine);
- Solanacee (solanina e lectine).
I pazienti con psoriasi hanno 2,2 volte il rischio di diagnosi di malattia celiaca rispetto ai controlli e come se non bastasse, c’è una correlazione positiva tra la gravità della psoriasi o artrite psoriasica e positività agli anticorpi. Nel caso in cui ci siano sintomi come disturbi intestinali, diarrea, flatulenza, anemia sideropenica è consigliabile valutare i test degli anticorpi antiendomisio e antitransglutaminasi.
Quando ci riferiamo al glutine ci riferiamo a un gruppo di proteine chiamato prolamine a cui appartengono:
- GLIADINA del frumento;
- ORDEINA dell’orzo;
- SECALINA della segale;
- AVENINA dell’avena;
- ZEINA del mais.
Per saperne di più chiedi un consulto nutrizionale.