Obesità e ruolo del microbiota intestinale

“Il microbiota può essere considerato un vero e proprio organo, infatti alcune stime indicano che in un soggetto di 70kg i batteri possano arrivare a pesare 1,5 kg.”

Tutti conosciamo le implicazioni dell’ obesità e di come essa sia correlata a uno squilibro del bilancio energetico prolungato nel tempo, ovvero introduciamo più energia di quello che ci serve ma esiste un legame con la composizione del microbiota intestinale?

La risposta ci viene fornita da un recente studio che ha messo in evidenza come a parità di dieta due individui potrebbero assimilare gli alimenti con una efficienza totalmente differente e avere dunque una composizione corporea che ne risente fortemente.

Questo aspetto è stato messo in luce in alcuni esperimenti condotti sui topi, in cui si valutava la presenza di diverse specie batteriche e, a seconda di quelle presenti, il topo risultava magro oppure obeso. 

Il microbiota intestinale (o flora batterica intestinale) è costituito da centomila miliardi di batteri anaerobi commensali che vivono in simbiosi in alcuni distretti corporei del nostro corpo.

Le specie più rappresentate appartengono al phylum dei firmicuti, i quali sono noti per la fermentazione di lattato e acetato in butirrato, utile per contrastare la sindrome di intestino irritabile (IBD), poi ci sono bacteroides e proteobatteri che stimolano il sistema immunitario; meno numerosi ma non meno importanti sono gli actinobatteri fra cui vi sono i bifidobatteri (Bifidobacteria longum, Bifidobacteria infantis) localizzati nel colon ascendente e che si nutrono di glicani complessi presenti nel latte materno.

I bifidobatteri tendono a ridursi con l’età ed è per questo che sono presenti in molti probiotici o fermenti lattici. Quando questi batteri sono presenti nell’intestino ci sono una serie di effetti benefici:

  • migliora la tolleranza al lattosio,
  • si previene la diarrea,
  • si previene la colonizzazione dell’intestino di specie patogene,
  • si verifica la riduzione del rischio di aterosclerosi ed ictus,
  • si inibisce lo sviluppo del cancro del colon-retto poichè vengono prodotti metaboliti dotati di funzione anti-tumorale (come ad esempio il butirrato, di cui abbiamo già parlato).

Dobbiamo inoltre considerare che i ceppi batterici intestinali di ciascun individuo è un pò se costituissero la carta d’identità del soggetto stesso e sono il risultato dell’interazione di quell’individuo con l’ambiente, basti pensare infatti che l’intestino dei neonati è sterile, quasi a colabrodo ma dopo la nascita e a contatto con il latte materno e non solo, si popola di batteri che costituiranno il microbiota intestinale del futuro adulto. 

Da qui si può desumere l’importanza per i neonati dell’allattamento al seno.

Vorrei inoltre aggiungere che si sente spesso parlare di probiotici e prebiotici soprattutto quando si sta seguendo una terapia antibiotica che, ricordiamo, deve essere prescritta dal medico curante, dal momento che le cure “fai da te” potrebbero causare più danni che benefici; ebbene, con il termine probiotico intendiamo batteri che arrivano vivi nel tratto intestinale e determinano un effetto positivo sulla salute dell’individuo che li assume.

I prebiotici invece sono sostanze di origine alimentare non digeribili, che se somministrate in quantità adeguate, sortiscono un effetto benefico, è un pò come se fossero il nutrimento dei batteri che sono situati nel nostro intestino. I prebiotici promuovono in maniera selettiva la crescita di uno o più batteri presenti nel tratto intestinale e alcuni esempi sono la fibra, l’inulina, oligosaccaridi e lattulosio.

Lo studio del microbioma umano ha molteplici ripercussioni sulla salute, molte cose sono state comprese ma molte devono ancora essere approfondite e per questo attendiamo i prossimi studi.