Molto spesso si sente parlare di allergia al nichel, metallo presente in tanti alimenti soprattutto alimenti di origine vegetale.
Molto spesso i sintomi dell’allergia al nichel sono confusi con la sindrome del colon irritabile come reflusso, disturbi metabolici, orticaria, diarrea, astenia.
Il consiglio, è sempre quello di approfondire con delle visite specialistiche: i sintomi, infatti, possono persistere e compromettere la qualità della vita del paziente.
Cosa sappiamo di questa allergia?
Può manifestarsi come dermatite allergica da contatto (DAC), spesso causata dal contatto con monete, orologi, bracciali contenenti nichel oppure con manifestazioni acute che non si limitano soltanto alla sede del contatto ma riguardano tutto il corpo. In questo caso si parla di Sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) e può avere manifestazioni cutanee o extracutanee.
Molto spesso le reazioni allergiche sono tardive e durano per molti giorni, il nichel infatti è responsabile del 35% delle dermatiti da contatto occupazionali e non.
Quali sono gli alimenti più ricchi di nichel?
Anacardi, avena, cacao e derivati, concentrato di pomodoro, lenticchie, mandorle, noci, soia, tè sono tra i più ricchi. (>500ug/100 g)
Esistono poi alimenti a medio contenuto di nichel (200-500 ug/100 g): tra questi, asparagi, carciofi, cavolo, cavolfiore, fagiolini, legumi, margarina, mais, patate, mirtilli, pesche, spinaci, pomodoro fresco, quinoa.
Gli alimenti a basso contenuto di nichel sono invece le albicocche, i broccoli, la carota, così come anche i fiocchi d’avena, l’insalata verde, la liquirizia, il merluzzo, i peperoni e il riso.
Dall’elenco di alimenti appare evidente che non è possibile eliminare gli alimenti solo perché presenti nell’elenco poiché ogni individuo ha reazioni peculiari e necessità di approcci personalizzati e che possono prevedere una dieta di eliminazione in fase iniziale ma non è pensabile non restringere per tempi lunghi la propria alimentazione.
Cosa valuta il nutrizionista?
- Il metabolismo glucidico (glicemia, insulinemia, HbA1c, trigliceridi, HDL);
- Viene effettuato un esame bioimpedenziometrico (BIA) per stimare la massa metabolicamente attiva e valutare alcuni assetti ormonali (GH/IGF1).
Secondo diversi studi il calo ponderale può, associata a una dietoterapia specifica, migliorare la sintomatologia e la vita del paziente.
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