Alimenti giusti per la tua tiroide

Quante volte hai pensato di dosare gli ormoni tiroidei per scongiurare il rischio di tiroidite? 

Molte volte quando non si riesce a dimagrire con diete fai da te (quasi sempre sbagliate) sento questa frase proprio perché è noto che la tiroide ha una stretta connessione con il metabolismo energetico.

Tra le patologie tiroidee, il disturbo più frequente è l’ipotiroidismo, molto più frequente nelle donne per fattori ormonali.

I vari protocolli nutrizionali costituiscono, oramai un vero e proprio fondamento per tenere sotto controllo le varie patologie.

La tiroide è una ghiandola endocrina localizzata nella parte anteriore del collo, ha una forma a farfalla e gli ormoni che produce hanno effetti in molti organi, non solo sul metabolismo del corpo.

Quando questa ghiandola funziona troppo parliamo di ipertiroidismo, se funziona poco, parliamo di ipotiroidismo.

Gli ormoni prodotti più “famosi” sono rappresentati da T4 o tetraiodotironina o L-tiroxina e la T3 o triiodotironina rispettivamente nella forma totale e libera.

Il T3 circolante deriva in buona parte dalla desiodazione dell’ormone T4 in periferia, soprattutto a livello di fegato e reni.

Tali ormoni circolano nel sangue grazie a delle proteine presenti nel plasma: la TBG (thyroxine-binding globulin), la TTR (transthyretin che trasporta anche il retinolo) e l’albumina.

La forma più attiva è proprio la T3 che si ricava dalla T4 (reazione di desiodazione sopra citata).

Le funzioni degli ormoni tiroidei sono molteplici, agiscono sul metabolismo glucidico, hanno una azione termogenica, interferiscono con la lipolisi, lipogenesi, aumentano la motilità intestinale, favoriscono l’assorbimento di vitamina B12, del ferro e la sintesi di eritropoietina, regolano il trofismo della cute e degli annessi, agiscono sulla sintesi proteica e stimolano la produzione endogena di altri ormoni e hanno un ruolo sulle funzioni riproduttive.

Se hai ricevuto diagnosi di tiroidite, avrai “googlato” e forse ti sarai imbattuto in alimenti goitrogeni ma cosa vuol dire?

Si tratta di alimenti o sostanze in grado di inibire la funzione tiroidea associati a un ipo o a un ipertiroidismo oltre che alla tiroidite di Hashimoto e al morbo di Graves.

A questa categoria di alimenti appartengono:

  • Brassicacee (broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, cavolo, rafano, rape, verza)
  • Frutta (pere, pesche, fragole)
  • Soia, tofu, farina di soia e latte di soia;
  • Arachidi e pinoli
  • Spinaci.

La cottura degli alimenti è sempre un fattore fondamentale e anche in questo caso si può verificare la riduzione di sostanze goitrogene in percentuali dal 30% all’80%. Risulta doveroso sottolineare che non è necessario eliminare del tutto questi alimenti ma calibrare le porzioni settimanali.

Quante volte poi hai acquistato il sale iodato? In realtà il sale da cucina fortificato con iodio può non essere sufficiente a sopperire al fabbisogno giornaliero di Iodio (pari a 150 mcg/die).

Gli alimenti maggiormente ricchi di iodio sono il pesce, le alghe, molti latticini della grande distribuzione a causa dell’aggiunta di iodio in sede di confezionamento e anche per l’aggiunta di iodio al foraggio delle mucche. 

Altri alimenti dotati di buone quantità di iodio sono le uova, il merluzzo, i gamberi e il tonno.

L’assunzione di questi alimenti però non scongiura la carenza di iodio. Il motivo è rappresentato dal fatto che si tratta di alimenti molto spesso ricchi di bromuro e altre sostanze tossiche che possono interferire con l’assorbimento dello iodio.

Quando si pensa alla tiroide ci viene sempre in mente lo iodio ma anche il selenio è un ottimo alleato per la salute della ghiandola. Il fabbisogno di Selenio è di 70 mcg/die ma la dose consigliata a chi soffre di problemi alla tiroide va dai 100 ai 200 mcg/die.

Quali alimenti ne sono ricchi? Noci brasiliane, tonno, halibut, sardine, carni (maiale, tacchino) e uova.

Voglio sottolineare che qualora un esperto riconosca una carenza di iodio, la sua integrazione va effettuata in modo graduale cercando anche di porre l’attenzione su altri fattori come gli interferenti endocrini. Pensare di poter fare da soli può determinare il peggioramento dei sintomi.