Alimentazione e sistema immunitario: che legame c’è?

Si sente spesso parlare di malattie autoimmunitarie e del loro aumento spesso associato a dei cambiamenti nello stile di vita.

Quali sono in realtà le malattie autoimmunitarie?

Si tratta di un gruppo complesso di patologie che includono anche le tiroidite croniche autoimmuni, patologie a carico delle articolazioni, l’elenco delle patologie è lunghissimo e in continuo aumento.

L’ alimentazione in queste patologie gioca un ruolo di prim’ordine, infatti si è visto che un eccessivo introito calorico può essere associato a una maggiore capacità di sviluppare queste patologie.

I componenti della dieta influenzano in modo diretto la risposta del sistema immunitario, e quindi influenzando gli “attori” del sistema immunitario, quindi le cellule come i linfociti B, T, i mastociti ma esercitano una azione anche in maniera indiretta perchè ciò che mangiamo viene assorbito dall’intestino e dal microbiota intestinale.

Quali sono i fattori ambientali che predispongono alle malattie autoimmunitarie? Sono stati elencati diversi fattori predisponenti:

  • riduzione dell’esposizione ai patogeni;
  • fumo;
  • fattori ormonali;
  • stress:
  • obesità;

Tra i fattori predisponenti ritroviamo anche l’obesità che è suddivisa in diverse classi ma per quale motivo la popolazione obesa è più a rischio? Si tratta di soggetti che generalmente hanno più di una patologia, ipertensione, diabete, obesità viscerale accentuata e quindi queste condizioni patologiche agiscono negativamente sulla capacità che quel corpo ha di mantenersi in salute, si dice cioè che sviluppano una infiammazione cronica di basso grado.

In genere quando pensiamo all’infiammazione pensiamo a qualcosa di negativo ed effettivamente è così, anche se il nostro corpo è programmato per rispondere agli stimoli di malattia attivando i processi infiammatori; succede però che questi livelli di infiammazione provochino una reazione quasi “esagerata” del corpo.

La dieta squilibrata, quella che è ricca di hamburger, patatine fritte, insaccati, formaggi, zuccheri (quella che nei studi è indicata come western diet) non fa altro che accentuare i processi infiammatori e uno degli effetti è senz’altro uno sviluppo di un microbiota sfavorevole e che a sua volta contribuisce all’infiammazione.

L’ immagine di seguito mostra quanto appena detto e in particolare modo una dieta squilibrata altera il microbiota intestinale e determina una infiammazione di basso grado. Al contrario, una dieta sana favorisce la crescita di specie microbiche “protettive”, promuove i Treg, con effetto positivo (cellule viola) e riduce i linfociti Th17 che hanno effetto negativo (cellule arancioni).

Fonte: Arroyo Hornero R, Hamad I, Côrte-Real B, Kleinewietfeld M. The Impact of Dietary Components on Regulatory T Cells and Disease. Front Immunol. 2020;11:253. Published 2020 Feb 21

Facciamo un altro passo avanti, che legame c’è tra infiammazione e sistema immunitario?

Il legame è molto stretto perché un sistema immunitario non efficiente non risponde bene agli attacchi esterni e di quelli che comunemente chiamiamo agenti patogeni come per esempio virus, batteri, miceti ecc. e quindi non è più in grado di proteggerci.

Non solo il sistema immunitario si correla all’infiammazione ma anche all’efficienza dell’intestino.

Basti pensare che il 70-80% delle cellule del sistema immunitario è localizzato a livello intestinale, proprio perché gli alimenti rappresentano un “potenziale” rischio per il nostro corpo per almeno due motivi:

  • il rapporto squilibrato tra macronutrienti può favorire l’acquisto di peso, un aumento di massa grassa e un aumento dei livelli infiammatori;
  • gli alimenti, inoltre non essendo sterili, dal punto di vista microbiologico, potrebbero veicolare microrganismi a volte innocui e a volte no.

Cosa fare allora per rafforzare il nostro sistema immunitario?

Occorre innanzitutto equilibrare in modo strettamente personale carboidrati, in modo da preferire quelli integrali, le proteine provenienti da pesce, uova, carni, verdura per almeno 150 g sia a pranzo che a cena e 2 frutti al giorno.

Evitare di aggiungere troppo sale agli alimenti, non soltanto perchè il sale ha un legame diretto con le malattie cardiovascolari ma perchè il sale favorisce l’azione dei linfociti Th17 (cellule arancioni) non positiva per il corpo.

Poi risulta doveroso porre l’accento sul ruolo fondamentale di alcuni micronutrienti come ad esempio zinco, la cui carenza determina un aumento dell’insorgenza delle malattie da raffreddamento, il magnesio, importante perché funge da stabilizzatore delle membrane dei mastociti, cellule coinvolte nella difesa del nostro corpo, selenio, ferro ecc.

Non solo i micronutrienti, è bene anche valutare il ruolo di vitamina C, vitamina E e vitamina D.